Latifa Zafar Attaii
I Could See Flowers
Il 27 febbraio 2025 il collettivo curatoriale Exo Art Lab presenta in collaborazione con la Galleria Weber & Weber la mostra personale dell’artista Latifa Zafar Attaii, I Could See Flowers.
I Could See Flowers, la prima personale in Italia dell’artista hazara Latifa Zafar Attaii, vuole riassumere il cuore pulsante della sua ricerca: a farne da stella polare è la nozione di identità, di cui Latifa esplora le radici al contempo personali e collettive, cercando, prima ancora di districarle, di coglierne il comune nutrimento; un nutrimento che contribuisca a irrorare quel sentiero etico-politico fondato sul diritto di esistere di ciascun individuo e sul coraggio condiviso di assumersi la responsabilità di tutelarlo.
Attraverso la sua arte – che vede un costante dialogo tra la millenaria tradizione del ricamo afghano e altri media quali, in particolare, la fotografia – Latifa setaccia la sua memoria e quella del suo popolo, recuperando tracce identitarie che il tempo e la storia sociopolitica afghana rischiano di erodere irrimediabilmente.
Due opere esposte in mostra sono apertamente dedicate al racconto - vivido e bruciante - del genocidio di cui la popolazione hazara è vittima dalla fine del 1800: Memorial thread nasce come sudario per coloro che sono state le vittime di questo eccidio dal marzo del 1995 ad oggi, divenendo una raccolta di identità cancellate in una plurale denuncia di questa tragedia; Two Thousands Individuals, invece, si fa carico di 2000 storie di vita di chi ancora lotta per la propria sopravvivenza, restituendo ciascuna di esse con una policromia di rara immediatezza, in una dialettica di svelamento e disvelamento del volto, centrale nella poetica dell’artista.
Il percorso della mostra entro le intime trame della storia hazara prosegue con una serie di banconote iraniane e afghane rivestite di pattern floreali: da vessilli delle intricate ragioni economiche che contaminano le iniziative volte alla tutela degli Hazara, esse divengono piuttosto, vivificate dai colori di Latifa, pulsanti casse di risonanza della cultura che contribuivano ad annientare.
Il ricamare diviene, in egual misura, nido sicuro dove custodire la libertà di quei volti da chi intende sottrarla e ornamento che, in Self-Portrait, lascia risuonare l’insotterrabile fierezza di narrare al mondo il polifonico bouquet simbolico-iconografico su cui si intesse l’esistenza di ciascun membro della comunità hazara.
Un’iconografia che trova nei fiori e nei loro accentuati cromatismi la cadenza etica di un intero popolo, un inno universale a rendere il quotidiano, anche durante i più duri inverni dell’umanità, una continua primavera.
Oltre alla mostra, il progetto presenta anche un consistente public program, che avrà luogo presso il ristorante hazara Feroza (Piazzetta Andrea Viglongo 2/E, Torino).
Nelle serate del 12 e 19 marzo e 2 e 9 aprile, animerà i locali del ristorante e la piazza antistante il Gul Festival, un ciclo di serate aperte su prenotazione dedicate alla cultura hazara e alle sue molteplici e significative sfaccettature.
Weber & Weber
Galleria Arte Moderna e Contemporanea